La Casa dodici è uno spazio ospitale,
tutte le struggenti grazie piovono
e segnano di religiose dimore i rossi sogni
struggenti di sangue piovàno
esse parlano da soffitti immensi o a cielo aperto
nella casa dodici noi si entrerà aux splendides villes.
A volte le parole non servono
a descrivere di epiche navigazioni, a cavalcare
la casa delle sciagure perché
in fondo essa dista miglia
e se più saggi noi ce ne dimentichiamo –
le sue struggenti promesse.
Ma un cavallo puntato ad est
verso il cielo, le ausculta
e’ diritto e corre,
un cavallo più bianco è la sua mente
e corre più veloce del baleno, e
fu il passato –
nell’oceano noi possiamo
alfine riposare, disposti i musi dei cavalli
all’eterno dove sono rivolte,
le teste sui cuscini, o alle ginocchia
dei nostri estatici compagni.
Ed ora non vedo più l’angelo
sterminatore
che accompagnò la prima volta
che seppi di abitare, anch’io
la casa dodici.
casa dalle infinite e rutilanti procelle
dove le barche progrediscono
nel non visto e temibile eco,
ecco sono giovani sirene farsi incontro
nella magnifica casa dodici
di procellose promesse e addormentati
sogni a loro prova,
ma Lei è viva.
Le scalinate delle rose, a esempio
sono reali
sono di un trono che abbandonammo,
divino, per sederci in basso,
da pellegrini sempre più piccoli,
e che fare, allora,
ritirare le allettanti promesse ?
Nella casa dodici si procede
e si nuota come pesci
nell’infinito rotante delle lune.